Impressioni Jazz                      " Birdwatchers " (2008)                          di Marco Bechis                     Recensione                 

 

LA RETOMADA PER TORNARE A VIVERE                                                               Birdwatchers. La terra degli uomini rossi (2008). Impressioni Jazz recensione  BIRDWATCHERS / LA TERRA DEGLI UOMINI ROSSI

Marco Bechis, il regista di "Birdwatchers". Impressioni Jazz recensione Ambrôsio Vilhalva  as Nadio in "La terra deglio uomini rossi "(2008)Ademilson Concianza Verga  as Irineu in "Birdwatchers" (2008)Matheus Nachtergaele as Dimas nel film di Marco BechisChiara Caselli, as Beatrice in " Birdwatchers" (2008). Impressioni Jazz recensioneAbrísio Silva Pedro as Osvaldo e and Fabiane Pereira Da Silva nel film di Marco BechisUna scena di " Birdwtchers" (2009). Impressioni Jazz recensioni

Brasile. Mato Grosso do Sul. Che male c’è ad andarsene  in canoa lungo un solitario fiume per ammirare gli uccelli rari? E se  in quel silenzio di natura selvaggia e vergine, capitasse di vedere anche qualche selvaggio in carne ed ossa, con tanto di arco e frecce,  non si avvererebbe quel surplus di brivido esotico vagheggiato da moderni turisti- esploratori? Un’iconografia naturale ben stampata nelle menti occidentali ( dalle antiche stampe  come dal cinema), che il regista Marco Bechis non fatica a smontare. Basta abbandonare il binocolo e guardare da vicino, entrare su quella terra, in mezzo a chi la abita, tra diritti esibiti e diritti violati. Nel dramma umano che vi si consuma ogni giorno. E allora le immagini cambiano, lo spazio si allarga, e gli indiani diventano gli isolati protagonisti di un nulla che li circonda.  Perché non c’è niente di esotico nella spogliazione, nella radura terrosa in cui sono confinati i Kaiowà, popolo Guarani, privato d’autosostentamento, dei loro raccolti, della foresta che si riduce per far posto a mandrie di buoi… Come prosaico (e dejà vu) è il furgone del tuttofare- caporale Dimas ( M. Nachtergaele) che li trasporta verso i campi di canna da zucchero delle fazende, dove col lavoro delle loro braccia appena si sfamano, mentre i soldi ritornano nelle tasche già piene di coloro da cui dipendono… Storie del passato e del presente, e non solo di remoti latifondi latinoamericani (semi-schiavitù degli immigrati in Puglia, per es.). E allora, quale futuro per i  Kaiowà? Con i giovani che sempre più spesso imboccano la via del suicidio? Contro quest’estinzione annunciata, una mattina, Nadio ( Ambrosio Vilhalva, volto che parla e buca lo schermo), con lo sciamano (Nelson Concianza), si deciderà ad uscire dalla riserva e rivendicare l’antica terra tribale. Il Brasile è l’unico Stato sudamericano, insieme al Suriname, a non riconoscere questo diritto. La retomada di Nadio (leader di uno degli attuali movimenti di occupazione delle terre, a cui il film si ispira), e del suo gruppetto destinato a infoltirsi,  avrà il suo campo base sulla terra di confine e di tutti. Proprio di fronte  alla proprietà privata del fazendeiro (L. Medeiros), l’antagonista legittimo erede della loro terra, su cui lussuosamente vive con moglie e figlie. Due realtà di vita contrapposte, storie parallele allo specchio che si  incroceranno, si guarderanno e convivranno. E un tempo sospeso. Con l’arrogante fazendeiro che in attesa di una via legale incerta, scalpita tra intimidazioni agli occupanti e i malumori della consorte (C. Caselli); l’ospite-guida dei beachwatchers che ostenta condizione di privilegio e vago sentimento umanitario (esiste anche un turismo più rispettoso!). Mentre fuori dalla fazenda si svilupperanno incontri. Per la pigra disponibilità di Spaventapasseri ( C. Santamaria), lo stralunato e ridicolo guardiano, controllore-controllato dagli indiani. Per istintiva curiosità reciproca, tra un’annoiata figlia del fazendeiro e Osvaldo (il bravissimo Abrisio Da Silva Pedro), giovane apprendista sciamano che sogna il futuro… Zone di conflitto, di ambigua compromissione (tema caro a Bechis). E se la diversità dell’altro sarà anche superabile, non lo saranno affatto gli interessi contrapposti. Un film duro che non rinuncia alla speranza. Fotografia e musica di grande impatto. In concorso a Venezia 2009, scritto con Luiz Bolognesi (collab. L. Fremder), e girato con la collaborazione della popolazione indigena.

                                                                               Indios in "Birdwatchers" (2008) di Marco Bechis. Impressioni Jazz recensione      Affiche del film di Marco Bechis      

     

                                                                                         

Silvana Matozza                     

Articolo pubblicato sulla rivista di cultura e spettacolo Vespertilla, anno VI   n° 5 -  Settembre/Ottobre 2009  

 

                                                                                          

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