Impressioni Jazz
" Ombre in paradiso " (1986) di Aki Kaurismaki
Recensione
PARTIRE PER CONSERVARE L‘ANIMA
OMBRE IN PARADISO
Spalle larghe, incassare i colpi e resistere, sbandare, profondare a terra e rialzarsi per ritrovarsi all’incirca allo stesso punto, anzi un po’ più indietro, e un po’ più malconci sono caratteristiche ricorrenti nei personaggi di Kaurismäki. Eroi fuori tempo, loro malgrado e comunque, senza maschera e superpoteri, pronti a soccombere ma non a dimenticare chi sono, nell’incontro col cambiamento epocale di una modernizzazione che svuota coscienze, col denaro che si mangia l’anima e assurge ad esclusivo valore umano. Il Nikander di Ombre in paradiso, ne è un antesignano.
Film dell’86, inedito nelle sale ( ma uscito in dvd ), presentato nella rassegna del cinema finlandese al cinema Trevi, che offre un significativo tassello della filmografia di Kaurismaki. Che sin dall’apertura, dà luoghi, personaggi e tono che daranno senso al suo narrare.
Dalla mattutina uscita dei camion di spazzatura nel rituale inizio di giornata lavorativa del netturbino Nikander ( Matti Pellonpaa), cittadino finlandese di serie z che della Helsinki in odor di ricchezza va a raccoglierne gli scarti. Marginale tra i marginali che in silenzio spende la vita per un lavoro senza benessere, né entusiasmo, tra anonime geometrie di una periferia urbana, freddi chiarori e scialba cupezza di interni. Dove solo la solidale amicizia con l’anziano compagno di lavoro sembra resistere, e far brillare qualche via d’uscita. Timido progetto che si dissolverà in meno di ventiquattr’ore, lasciando il netturbino più solo ma sempre in compagnia della sua indole generosa e aperta. Nuovi incontri, un po’ sorreggeranno, come quello col disoccupato-sbandato che spontaneamente aiuterà a trovare lavoro, o apparentemente svieranno, come nel caso di Ilona, insofferente cassiera di supermarket, che licenziata in tronco reagisce rubando la cassa, che lui aiuterà e che vorrebbe sposare. Ma anche Ilona ( Kati Outinen ) cerca una propria via di fuga, più concretamente rappresentata dal proprietario del negozio in cui diventerà commessa. L’arrogante bellimbusto che non si farà scrupolo di deridere il netturbino ex fidanzato davanti ai suoi stessi occhi. Ma non tutto è scritto. La via può anche essere nel segno della partenza, del comune abbraccio al futuro incerto, verso l’Estonia.
Sguardo poetico di un Kaurismäki
( anche sceneggiatura ), che tra ottundente immobilità e senso di impotenza
sempre in agguato, illumina la vita in cerca di respiro. Attori che danno volto,
corpo e anima. Primo film della sua trilogia sui proletari.
Silvana Matozza
Articolo pubblicato sulla rivista cultura e spettacolo Vespertilla, anno V n. 2 Marzo / Aprile 2008