Impressioni Jazz " Coffee and cigarettes" (2003) di Jim Jarmusch Recensione
COFFEE
Il tavolino di un bar, un personaggio che arriva, si siede e aspetta, un altro che sopraggiunge, il saluto caloroso, i due seduti uno di fronte all'altro, tutto rimanda a socialità, cose da dirsi e lascia supporre storie, confidenze tra amici, concretezze di vita che siamo pronti ad ascoltare. E ci accomodiamo anche, vedendo che il primo ad entrare in scena, a presentarsi all'appuntamento con l'amico americano, è un Roberto Benigni che sprizza vitalità e voglia di chiacchierare al solo muoversi e guardarsi intorno.
Ma non andrà così. Di parole dette questo film ne avrà ben poche, solo l'indispensabile che dovrebbe condurci a ciò che sta a cuore ai personaggi, che li lega e che in mancanza di forza per essere espresso consegna il proprio spazio al silenzio. E nessun ipotetico sviluppo dell'amicizia potrà venirci in aiuto, perché con i saluti di commiato anche la scena si conclude, salvo poi riproporsi in un diverso bar, con diversi personaggi, e via ripetendo.
Una lunga serie di appuntamenti, strappati alle troppe cose in testa e da fare, in cui non faremo altro che vedere amici che continuano ad arrivare, ad aspettare, a salutarsi fraternamente per diventare poi, al momento di sedersi e di cominciare a parlare, già più spaesati.
Ma intorno a quel
tavolo, forse simbolico testimone di passati momenti loquaci in cui le parole si
incrociavano, snocciolando storie e aspirazioni, quei personaggi sembrano
comunque volervi resistere, magari anche solo da un caffè all'altro, da una
sigaretta all'altra.
Tra mezze frasi, sbuffi, abbozzi di discorsi spesso
fraintesi, situazioni paradossalmente comiche e surreali ci si diverte e si
ride, come nell'impossibile dialogo tra Iggy Pop e Tom Waits. E si sorride
anche, in modo forse un po' amaro, come nella sequenza col disilluso
caffeinomane, Bill Murray , o col sincero Alfred Molina, quando insieme ad un
realistico bianco e nero veniamo trasportati nel pieno di "nuovi e più
moderni" comportamenti.
Steve Buscemi, Cate Blanchett e, GZA e RZA del Wu-Tang Clan, sono altri interpreti di questo film recitato con spontaneità, senso dell'umorismo e anche improvvisando un po', con grande auto ironia.
Un lungometraggio che l'originale e indipendente regista americano, Jim Jarmusch, ha realizzato assemblando cortometraggi da lui girati nel tempo; a partire dal primo con Benigni dell'86, con cui si apre anche il film. Nella colonna sonora, tra gli altri, brani di Tom Waits , Iggy Pop, Malher, Modern jazz quartet, e canzoni americane degli anni '60. Tra i direttori di fotografia figura Frederick Elmes, che all'inizio di carriera lavorò con John Cassavetes.
Silvana Matozza
Articolo pubblicato sulla rivista di cultura e spettacolo Vespertilla, anno I n° 0 – Luglio 2004