Impressioni Jazz " JAGODA: fragole al supermarket " (2003) di Dusan Milic Recensione
Di fragola in fragola… L'incontro di due anime spaesate nell'era post Milosevic.
JAGODA: FRAGOLE AL SUPERMARKET
Un supermercato "americano"(Yugo- American), è l'unica location di questo film, piccolo ma profondo. Giocato tutto tra interno ed esterno. A partire dall'inaugurazione. In una Belgrado che sta cambiando, col nuovo corso di democratizzazione e liberalizzazione economica del paese.
Una grande novità che non può che attrarre gli incuriositi cittadini alle prese con una sovrabbondanza di prodotti mai visti e impensabili. E che s'annuncia anche alla grande: chiassosa, rutilante, come un variopinto turbinio, con tanto di sagoma cartonata della superfelice direttrice serba, con fumettistica scritta BUY che li accoglie all'ingresso.
Dentro, però, è un po' meno fantasioso. BIG SMILE è l'ordine che la direttrice, in carne ed ossa, impartisce alle commesse, pena il licenziamento.
E c'è chi non è felice. E' Jagoda (Branka Katic). Fragola, in serbo; ma anche graziosa ragazza. Che, tra dieta per somigliare alle modelle delle riviste patinate e lavoro ripetitivo per il quale ci sarebbe la fila, sogna ad occhi aperti un grande amore. Nel frattempo, un corteggiatore glielo scipperà al volo la collega amica della cassa accanto che, non migliorandole certo la vita, a fine giornata la lascerà pure da sola a chiudere i conti, scroccandole il favore. E sarà, a casse chiuse e con l'umore a terra, che Jagoda sbrigativamente liquiderà un'anziana ritardataria che vuole acquistare le indispensabili fragole per la torta di compleanno che piace tanto al nipote. Restando indifferente ad ogni sua preghiera.
" Ma che persone stiamo diventando?” Si chiederà quella nonna, che ricorda un po' la vecchina di tante favole. Ed è questo che all'esordiente regista Dusan Milic ( suoi sono anche soggetto e sceneggiatura) preme approfondire. Scegliendo un fatto in apparenza banale, ma in realtà capace di mettere in moto l'intera storia.
Poi, arriverà Marko (Sredjan Todorovic). L'amato nipote, che vorrà riparare a quella prepotenza. Ex militare, sedicente membro dei servizi speciali, in realtà cuoco, anti OGM, conservanti, pesticidi, ecc., al quale, ironia della sorte, la torta di fragole non piace affatto. Stralunato e sgangherato quanto basta da irrompere, in completo assetto di guerra, nel supermarket, minacciare stragi e riuscire a malapena a districarsi tra le turbolente commesse. In una spassosa sarabanda con gags a non finire (il vecchietto che scuote l'ovetto Kinder per capire se è più fresco di quello di gallina!), battute fulminanti e illuminanti, polizia che dialoga e teste di cuoio che intervengono, tra toni da tragedia greca o tifo da stadio del corale commento di folla sullo sfondo.
E la colpevole Jagoda? Neanche a dirlo, sta con Marko. Un po' per paura e un po' per passione lo svierà, spalleggiandolo nella giusta lotta, finché non s'accorgerà che è proprio lui la sua anima speculare e…sarà amore; condito dalla creatività del raffinato pranzo che l'innamorato cuoco improvviserà per lei.
Tra il surreale e il grottesco, Milic sa muoversi con leggerezza, con una storia in cui la violenza vera non alberga, nessun morto, nessun ferito, neanche per sbaglio e che anela alla speranza. Con bravi attori, non solo i protagonisti, e le balcaniche musiche dei Dr. Nele Karajlic e Dejan Sparavalo. Prodotto da Emir Kusturica (presente anche nel film).
Silvana Matozza
Articolo pubblicato sulla rivista di cultura e spettacolo Vespertilla, anno I n° 1 - Settembre. 2004